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Crisi d'impresa

Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Quali sono le indicazioni definitive per adeguarsi alla normativa?

A distanza di un anno e mezzo dall'entrata in vigore del nuovo Codice, facciamo una sintesi degli adempimenti e degli obblighi sulla crisi d’impresa, per fare chiarezza su una normativa che ha avuto numerose modifiche e che ha creato non poche difficoltà per la sua interpretazione. Tracciamo il punto della situazione definitivo.

codice della crisi d'impresa

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza o CCII (D.Lgs. n.14/2019) è entrato in vigore nella sua forma odierna il 15 luglio 2022, con il Decreto legislativo n.83/2022.
La normativa focalizza l’attenzione sulla continuità aziendale. L’obiettivo è consentire alle imprese di prevenire l’insolvenza e rilevare in modo precoce lo stato di crisi, che il CCII definisce come “lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi”.

Crisi d’impresa: a chi si applica la normativa

La normativa si applica a tutti i tipi di società, a partire dalle imprese individuali fino alle imprese collettive di tutte le dimensioni. Per essere in regola con la normativa, tutte le imprese devono istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi.

Ma cosa significa istituire un assetto adeguato?
Per “assetto adeguato”, si intende che occorre dotarsi di procedure e strumenti da strutturare “su misura” a seconda della natura, dell’organizzazione e della dimensione dell’impresa.

Quel che resta saldo per tutte le imprese è il concetto alla base: 
L’assetto adeguato, se correttamente istituito, è di ausilio per il monitoraggio dell’andamento economico e finanziario e per la tempestiva individuazione dei sintomi di difficoltà dell’impresa. Se non istituito o non correttamente istituito, si determina una fonte di responsabilità sanzionabile. 

Quali adempimenti comporta la normativa su crisi d’impresa:
Per rispettare gli adempimenti della normativa, ogni azienda è obbligata a dotarsi di strumenti che consentano di raccogliere e analizzare le informazioni sia attuali che prospettiche con un orizzonte temporale di 12 mesi, dalle quali si possa cogliere qualsiasi difficoltà economico-finanziaria.

Quali sono gli obblighi del Codice della Crisi e dell’Insolvenza?

Concretamente, la normativa legata al codice della crisi d’impresa prevede che l’imprenditore abbia principalmente l’obbligo di:

1. Creare un protocollo amministrativo per poter dimostrare, anche a distanza di anni, il suo comportamento corretto e tutelarsi da eventuali rischi civili e penali futuri. Spetta all’imprenditore dimostrare che a suo tempo aveva correttamente dotato l’azienda di un «sistema di allerta» per rilevare la crisi, con orizzonte previsionale pari a 12 mesi, e di aver assunto tempestive iniziative per farvi fronte.

2. Monitorare con regolarità gli equilibri economico, patrimoniale e finanziario.

3. Monitorare i flussi di cassa previsionali a 12 mesi.
Al fine della costituzione dell’adeguato assetto aziendale, è quindi fondamentale ricorrere ad un sistema informatico che consenta il monitoraggio costante degli equilibri economico patrimoniale e finanziario e le proiezioni dei flussi di cassa a 12 mesi, dato che si tratta di un sistema di prevenzione pensato a 12 mesi.

Non è più giuridicamente accettabile gestire un’azienda ad «istinto».
E questo è sicuramente un punto positivo che consente di rivalutare la normativa sotto due punti di vista: legale e strategico. Gli adeguati assetti per salvarsi dalla crisi d’impresa? O adeguati assetti per individuare la migliore efficienza in azienda?

Adeguati assetti per prevenire la crisi

In contesti caratterizzati da elevata incertezza economica, il rischio di incorrere in una crisi di liquidità è diventato un problema sempre più diffuso per le imprese.
In questa prospettiva il DLgs 83/2022, con l’intento di arrestare l’incremento vertiginoso dei fallimenti aziendali degli ultimi anni, ha imposto l’adozione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili. Questi consentono alle imprese di non trovarsi improvvisamente in situazioni di difficoltà e rischiare che sia troppo tardi intraprendere azioni correttive.
Dotarsi dei giusti strumenti diventa così un obbligo normativo che gli imprenditori non possono più ignorare se intendono prevenire tempestivamente un eventuale stato di insolvenza.
Dalla normativa si deduce come tali assetti piuttosto che riconoscere la crisi o un sovraindebitamento solo quando si presenta, sono in grado di rilevarne i sintomi.
Forniscono, infatti, una diagnosi in grado di anticipare la comparsa e che dimostri la potenziale inadeguatezza dei flussi di cassa futuri a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.
Vi sono varie cause di crisi d’impresa, cui corrispondono vari segnali di crisi emergente che gli adeguati assetti riescono ad individuare in maniera tempestiva. In primis, gli squilibri di carattere patrimoniale o finanziario che si possono verificare nel corso dell’attività d’impresa, una mancata sostenibilità dei debiti per i successivi 12 mesi oppure un’assenza di prospettive di continuità aziendale.
Verificare anticipatamente e tempestivamente i segni di una crisi, raccogliendo tutti i dati attuali e prospettici, consente alle imprese di intraprendere le opportune azioni preventive e di impostare un adeguato piano di risanamento, mirando alla risoluzione di tutte le difficoltà economico-finanziarie.
Inoltre, per amministratori ed organo di controllo, non conformarsi ai requisiti della nuova normativa porta a rischi notevoli in termini di responsabilità a titolo risarcitorio nei confronti dei creditori sociali.
Questi soggetti devono perciò avvalersi di strumenti in grado di prevenire la crisi.
Devono altresì attivarsi tempestivamente per affrontarla, altrimenti saranno responsabili dell’eventuale danno procurato all’impresa e ai suoi creditori. Danno di cui dovranno rispondere con il proprio patrimonio come pena per non avere vigilato attentamente, nel rispetto del Codice della Crisi e dell’Insolvenza.

Gli adeguati assetti per il miglioramento continuo dei risultati

Al di là del rappresentare un obbligo, vi sono svariati benefici nel rispettare la normativa sulla crisi d’impresa. Gli adeguati assetti previsti dalla normativa non sono soltanto un adempimento di legge a cui le imprese devono allinearsi, ma rappresentano una vera e propria opportunità gestionale imprenditoriale.
Questi strumenti, oltre a rilevare tempestivamente gli eventuali segnali di crisi, portano le imprese ad avere una visione orientata alla programmazione, pianificazione e controllo.
Permettono di monitorare e prevedere l’andamento economico-finanziario a dodici mesi. In questo modo, consentono agli imprenditori di compiere le giuste scelte di gestione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e di ottenere le competenze necessarie al controllo dei rischi d’impresa.
La loro adozione porta, inoltre, ad una gestione in grado di generare fiducia negli stakeholder. Aumenta le relazioni e la reputazione aziendale e massimizza le opportunità commerciali e di crescita.
Adempiere agli obblighi imposti nel codice della crisi d’impresa è un’occasione per rendere più efficace e competitiva l’attività aziendale rendendola priva di inefficienze.
Allo stesso tempo, viene garantita continuità all’azienda e una crescita nei risultati: per un’attività sempre più orientata al miglioramento continuo.
È importante, perciò, uscire dall’ottica di imposizione normativa e capire la portata strategica di adottare gli adeguati assetti, nella convinzione di agire per la crescita, mostrandosi lungimiranti e volenterosi di guidare il cambiamento. Solo così si potranno ottenere numerosi vantaggi competitivi in ambito di programmazione strategica e processi decisionali, rafforzando la solidità e la crescita aziendale.

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