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La finanza sostenibile: criteri e logiche

Strumenti finanziari che promuovono obiettivi sostenibili per generare valore, mitigare rischi, ottenere vantaggi competitivi e ridurre i costi. La finanza sostenibile ha un ruolo sempre più centrale nelle scelte delle aziende e degli investitori.

La finanza sostenibile unisce sviluppo sostenibile e attività finanziaria di imprese ed organizzazioni. Il suo primo obiettivo è creare valore nel lungo periodo. In sostanza, indirizza i capitali verso tutte le attività che non compromettono il sistema ambientale o sociale generando un plusvalore economico e un modello di sviluppo sostenibile. Un concetto fortemente etico e responsabile e al tempo stesso, in grado di integrare metriche e reporting legate alle performance aziendali sui principi ambientali, sociali e di governance (ESG) al centro delle decisioni aziendali e di investimento.

I criteri della finanza sostenibile: ESG

Le tematiche ESG sono raccolte in tre punti.
Environment: i rischi legati ai cambiamenti climatici, alle emissioni di CO2, all’inquinamento, agli sprechi e all’ambiente in generale; la biodiversità e l’economia circolare.
Social: politiche di genere, disuguaglianza, inclusività e relazioni di lavoro ma anche investimenti nel capitale umano e nelle comunità fino alle questioni relative ai diritti umani.
Governance: istituzioni pubbliche e private, le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del CdA, le procedure di controllo, i comportamenti in termini di rispetto delle leggi e della deontologia. Fondamentale il concetto di inclusione nel processo decisionale.

Perché una finanza etica e sostenibile è importante

L’attenzione verso uno sviluppo sostenibile, in grado di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere il benessere delle generazioni future, non è una sfida del tutto nuova.
La sostenibilità legata alle risorse è un concetto che viene dai secoli passati e a partire dagli anni settanta, ha iniziato ad essere un modello di crescita per l’agenda politica europea ed internazionale fino a toccare aspetti come quelli legati al cambiamento climatico. Sebbene il concetto di sostenibilità sia sempre stato fortemente legato ai fattori ambientali, negli ultimi anni, per enti ed organizzazioni hanno assunto un valore sempre più crescente i temi delle disuguaglianze sociali e della trasparenza.

Dall’Agenda 2030 al Piano d’azione

Il 25 settembre del 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il programma d’azione Agenda 2030 proposto dai governi dei 193 paesi membri. L’Agenda è articolata in 169 target o traguardi raggruppati in 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, Sustainable Development Goals o SDGs da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale ed istituzionale entro il 2030.
Nello stesso anno, la Commissione Europea, sottoscrivendo gli Accordi di Parigi, ha concordato sulla necessità di raggiungere, entro il 2030, obiettivi in termini di riduzione dei gas serra, di fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica.
Nel dicembre 2016, la stessa Commissione Europea ha formato un gruppo di 20 esperti tra membri della società civile, del settore finanziario, del mondo accademico e osservatori appartenenti alle istituzioni europee e internazionali, denominato High Level Expert Group on Sustainable Finance o HLEG con l’incarico di fornire consulenza alla Commissione per:

  • Orientare i flussi di capitali pubblici e privati ​​verso investimenti sostenibili.
  • Individuare misure per la stabilità del sistema finanziario e la protezione dai rischi legati all’ambiente per istituti finanziari e autorità.
  • Implementare queste politiche in tutta Europa.

Sulla base delle raccomandazioni di HLEG, nel marzo 2018, la Commissione Europea ha pubblicato l’Action Plan on Financing Sustainable Growth che contiene sia misure specifiche che precise scadenze.

Il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile

Le misure contenute all’interno del Piano d’Azione per sostenere gli investimenti in progetti sostenibili possono sintetizzarsi in una serie di azioni:

  • Introdurre una tassonomia europea per la finanza sostenibile, per la definizione e classificazione delle attività economiche sostenibili.
  • Creare standard e certificazioni di qualità per i prodotti finanziari sostenibili, per garantire la credibilità e rafforzare la fiducia degli investitori.
  • Incrementare gli investimenti verso progetti sostenibili.
  • Modificare in ottica di sostenibilità le Direttive MiFID II e IDD sui servizi finanziari europei e le linee guida ESMA sulla valutazione di adeguatezza dei prodotti.
  • Rendere più trasparenti le metodologie degli index provider riguardo ai benchmark di sostenibilità con gli indici di riferimento.
  • Favorire i criteri ESG da parte di società di rating e di ricerca di mercato. 
  • Introdurre i criteri di sostenibilità nel dovere fiduciario tra investitori e beneficiari.
  • Valutare una riduzione nei requisiti patrimoniali delle banche in relazione agli investimenti sostenibili in materia ambientale: il green supporting factor.
  • Migliorare qualità e trasparenza nella rendicontazione non finanziaria di imprese.
  • Spingere all’integrazione dei criteri ESG nella regolamentazione societaria.

Finanza sostenibile e greenwashing

Il tema dello sviluppo sostenibile quando si parla di aziende e investimenti deve essere contrapposto ad un fenomeno molto diffuso: il greenwashing. Un nome nato dall’associazione di green e washing che richiama il termine whitewash (imbiancare). Questo per identificare le imprese la cui immagine è legata ai temi della sostenibilità ma che di fatto non lo sono o per lo meno, non nelle scelte di investimento. Un esempio molto conosciuto è quello di Elon Musk che per Tesla ha acquistato bitcoin per poi rivenderli con una mossa finanziaria che ha fruttato non poco, ignorando, però, che il mining viene effettuato utilizzando una grande quantità di energia e che di conseguenza, il bitcoin è di fatto una delle principali fonti di inquinamento. Allo stesso tempo, sono molte le aziende e startup che nascono e sviluppano modelli di business inclusivi, green e sostenibili con tecnologia e prodotti low-carbon, interventi di social housing, sistemi innovativi o servizi di pubblica utilità.

I vantaggi e il valore nella società

Considerare tutto ciò che è legato alla sostenibilità nei processi decisionali genera molti vantaggi. Offre ritorni finanziari nel breve e lungo termine e allo stesso tempo, crea valore per la società. Una riduzione di spreco di risorse permette un risparmio dei costi.  Favorisce un approccio integrato nella gestione dei rischi e di fatto mitiga i rischi finanziari. La sostenibilità guida le innovazioni organizzative e tecnologiche, aiuta i team finanziari a promuovere modelli di business, tecnologia e processi nuovi e attuali. Infine, valorizza il capitale sociale e umano e permette di investire nelle persone che vivono le aziende: migliora la qualità della vita aziendale, il rapporto con clienti e stakeholder, aumenta l’efficienza e la reputazione aziendale.

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