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Gestione del Rischio: strategie aziendali per mitigare le incertezze

L’esposizione al rischio è una costante per le aziende. Una strategia continua con gli strumenti giusti e una gestione proattiva possono trasformare qualunque minaccia in valore. Ma, in che modo si affrontano i rischi finanziari e non, in azienda?

gestione del rischio

La gestione del rischio è un pilastro fondamentale per ogni settore aziendale. In un mondo in cui l’incertezza è l’unica costante, comprendere i rischi aiuta a prendere decisioni informate, affrontare imprevisti e, allo stesso tempo, identificare e fare proprie in tempi rapidi le diverse opportunità di business. 
In una recente indagine, gli analisti di Deloitte hanno evidenziato come le imprese più performanti sono quelle che trattano la gestione del rischio come un aspetto fondamentale e non come un’attività separata, sottolineando, in questo modo, l’importanza di integrare la gestione del rischio all’interno della strategia aziendale. Ma cosa significa esattamente gestire il rischio e quali sono le tappe essenziali di questo processo?

Cosa significa gestione del rischio e a cosa serve?

La gestione del rischio o risk management è l’insieme di azioni e strategie che un’azienda adotta per identificare, valutare e mitigare possibili rischi che vanno a minacciare la stabilità e gli stessi obiettivi dell’azienda. 
All’interno di ogni organizzazione, il rischio è una componente sempre presente che può derivare da una molteplicità di fattori. Applicare in modo corretto un processo di gestione del rischio consente di preservare la solidità dell’organizzazione e garantire la continuità nella creazione di valore.
Occorre sottolineare, infatti, che il processo di gestione del rischio rappresenta un approccio proattivo verso la comprensione e la mitigazione dei potenziali problemi.
Non deve essere, quindi, considerato come mera attività di risposta, ma come una ricerca costante e continua di possibili fattori di rischio o minacce.

Quali sono le fasi del risk management?

La gestione del rischio si articola attraverso diverse fasi, che fanno tutte parte dell’intero piano di gestione. Sebbene tutte le fasi siano interconnesse, la priorità, spesso, viene assegnata alle prime tre, l’identificazione, l’analisi e la valutazione dei rischi, conosciute anche come risk assessment.
Senza una comprensione approfondita delle minacce potenziali, diventa difficile stabilire strategie per agire di conseguenza. Infine, tutte le fasi devono essere considerate come un ciclo continuo e completo. Generalmente si dividono in:

Identificazione del rischio

L’identificazione del rischio rappresenta il punto di partenza. In questa fase, l’obiettivo principale è individuare e catalogare tutti i possibili fattori di rischio che potrebbero impattare negativamente su un progetto, un’attività o sull’intera organizzazione.
La prima parte consiste nella raccolta di informazioni dettagliate. Ciò implica una valutazione approfondita degli obiettivi aziendali, delle attività svolte, delle aree funzionali coinvolte e degli stakeholder interessati. In questa fase, l’uso di dati storici e le informazioni di mercato possono aiutare a identificare pattern o tendenze che potrebbero portare a rischi futuri.

Analisi del rischio

Dopo l’identificazione, segue l’analisi dettagliata di ciascun rischio individuato. Metodi come l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) o la simulazione di scenari possono essere impiegati per comprendere la probabilità e l’impatto di ciascuna minaccia.

Se si volesse però definire in maniera più dettagliata le metodologie di analisi dei rischi, queste si potrebbe distinguere in:

  • Metodi qualitativi. L’analisi dei rischi viene effettuata non sulla base di formule matematiche, ma verificando la conformità alle normative vigenti. In questo modo si arriva ad un giudizio qualitativo sulla situazione presa in considerazione.
  • Metodi quantitativi. L’analisi del rischio si basa sulla formula R=f (P, D), in cui “P” è la probabilità che il rischio si verifichi e “D” il possibile danno associato. Tale funzione può assumere forme complesse poiché considera, oltre a probabilità e gravità del danno, anche altri parametri che intervengono dalla nascita allo sviluppo del rischio, e altri fattori, legati, ad esempio, all’entità del danno.
  • Metodi semi-quantitativi. Anche in questo caso il rischio è considerato come una funzione (R=f (P, D)) e il valore numerico viene associato a delle categorie descrittive. È possibile, così, ottenere indici sintetici di rischio raggruppati in classi di livello.

In questa fase di analisi, inoltre, si cerca di comprendere anche la natura del rischio, considerando le diverse tipologie che possono impattare sull’azienda. I rischi finanziari, come il rischio di credito, di liquidità e di mercato, sono distinti dai rischi operativi legati a fattori interni, come il personale e gli strumenti aziendali, e da rischi esterni, come eventi climatici o incidenti. Identificare e comprendere queste diverse categorie di rischio è essenziale per adottare approcci strategici nella gestione delle incertezze aziendali.

Valutazione del rischio

Questa fase aiuta a stabilire le priorità: classifica i rischi in base alla loro gravità e alla loro probabilità di manifestarsi. Sulla base della metodologia descritta precedentemente, il valore numerico del rischio ottenuto moltiplicando i punteggi dati a probabilità e gravità, può essere convertito in un determinato livello di rischio, a cui corrispondono determinate azioni correttive. La valutazione del rischio non è solo un esercizio di analisi, ma un passaggio imprescindibile per formulare strategie di mitigazione e protezione degli asset aziendali. Questo processo fornisce una solida base decisionale. Consente alle aziende di affrontare in modo proattivo le sfide finanziarie e di mantenere una posizione stabile e resiliente nel mercato. In modo particolare, la valutazione del rischio finanziario, che avviene a seguito di un’analisi approfondita di indicatori come il cash flow previsionale o i portafogli di investimento. Ciò permette di valutare la solidità finanziaria e di stabilire opportune strategie mirate.

Mitigazione del rischio

Una volta identificati, analizzati e valutati, i rischi richiedono azioni correttive. Questa fase implica l’implementazione di contromisure e piani d’azione specifici per affrontare i rischi individuati durante la valutazione. Nel caso di rischio minimo o accettabile non sono necessarie azioni immediate, anche se è importante il monitoraggio attento del fattore di rischio. Quando il rischio è basso o tollerabile, oltre al monitoraggio costante, è buona regola programmare azioni correttive nel breve/medio termine.
Nel caso in cui, invece, l’azienda è in una situazione di rischio medio/elevato e non tollerabile si adottano tutte le misure correttive necessarie. Tali azioni possono comportare, nel caso dei rischi finanziari, la diversificazione degli investimenti o l’implementazione di politiche di gestione del debito per ridurre l’esposizione a rischi specifici di mercato.
La mitigazione dei rischi non è solo una questione di riduzione, ma anche di preparazione. Prevedere e pianificare la risposta a potenziali situazioni rischiose è fondamentale. Ecco, perché in questa fase vengono definiti protocolli operativi per ridurre la probabilità di eventuali rischi.

Monitoraggio e controllo

Il processo di gestione del rischio non è un’attività statica, ma un processo dinamico che richiede monitoraggio costante e soprattutto, aggiornamenti continui. Questa fase implica il monitoraggio delle strategie implementate e insieme, dei rischi residui.
Lo scopo è sempre quello di valutare l’efficacia delle azioni intraprese e contemporaneamente, identificare eventuali nuovi rischi che possono emergere, in modo da proteggere la stabilità e la solidità finanziaria dell’azienda.

Comunicazione e rendicontazione

Infine, nel risk management, i rischi identificati, le strategie adottate e i progressi compiuti devono essere comunicati e documentati con reportistica sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.

Perché sottovalutare il rischio ha un costo?

Il rischio non gestito può diventare incredibilmente costoso per le aziende. Può causare perdite finanziarie dirette e tangibili. Ad esempio, investimenti sbagliati o perdite di mercato possono erodere il capitale e influenzare negativamente la situazione finanziaria dell’azienda. Ma non è solo questo. 
Un rischio non affrontato può danneggiare la reputazione e l’immagine stessa dell’azienda, compromettendo la fiducia dei clienti.
Inoltre, la mancata gestione del rischio può portare a violazioni normative, a multe e sanzioni legali o interrompere le operazioni aziendali generando perdite a breve termine e costi aggiuntivi. 
E non è solo il presente a essere colpito: la mancata gestione del rischio può impedire alle aziende di cogliere nuove opportunità di business o di innovare, causando la perdita di un vantaggio competitivo nel lungo periodo. 
Di fatto, il costo del rischio per le aziende è trasversale, si manifesta attraverso perdite finanziarie dirette, impatti sulla reputazione, costi operativi aggiuntivi e opportunità mancate. Investire nella gestione del rischio diventa cruciale per proteggere le finanze aziendali e garantire una crescita sostenibile nel tempo.

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